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Potenza e Fragilità delle Immagini

della serie: PILLOLE d’ARTE SOBRIA – Articolo N.1

“ L’anima (la psiche umana)parla anzitutto per immagini. Le immagini sono la sua madrelingua.

_ Allora lei considera le immagini primarie della psiche, e quindi anche il linguaggio primo dell’anima, come un linguaggio esterno?

Esattamente.

L’anima può essere data, ma Socrate direbbe che deve anche essere ‘fatta’. Lasciare che sia solo data può significare ignoranza, e questo può comportare bruttezza, e in ultima analisi, forse, una ‘cattiva’ anima.

L’anima non è naturalmente buona. Richiede attenzione. Richiede amore, bellezza, apprendimento. … “

James Hillmann Il piacere di pensare. Conversazione con Silvia Ronchey, 2001 Rizzoli CS

L’inflazione globale di immagini è enorme. Siamo tutti abituatissimi, per certi versi assuefatti a vivere circondati e perennemente sollecitati, ma anche intossicati, ipnotizzati e guidati da messaggi visivi. Nonostante questo le immagini conservano la capacità, non di rado, di scuoterci e colpirci. Questo suggerisce nonostante l’inflazione che hanno un grande potere.

Qualsiasi immagine ha potenzialmente la capacità di risuonare, far vibrare, smuovere il nostro subconscio personale e perfino l’inconscio collettivo – che è ritenuto il vasto territorio comune della psiche umana.

La potenza delle immagini, di alcune in particolare, pare dipenda dal fatto che la nostra psiche è fatta di immagini, intessuta di continua comparsa di forme sensoriali – visive o acustiche o altre – che evocano simboli e miti.

Il valore delle opere d’arte sta a mio parere in questo: se un’opera mi colpisce – e colpisce me in particolare, significa che essa interroga la profondità della mia psiche, e riflettere su questo consente di capire qualcosa che mi riguarda. Giusto chiedere perché riguardi me. L’opera interpella me che guardo, non qualcun altro, e grazie ad essa posso avviare un percorso verso una maggiore comprensione di me stesso.

L’arte, che richiede la mia interpretazione come i miei sogni, come quasi nessun altra situazione umana, consente un percorso personale, di ciascuna persona partecipi a un evento espositivo, o semplicemente rifletta su quel che lo riguarda, verso quel che gli antichi greci chiamavano gnozi seautòn ed è essenziale per imparare l’arte di vivere, tèkne tou bìou. Il valore psicologico di immagini che colpiscono può essere studiato, e anche con la semplice riflessione decodificato e compreso, corrispondere o discostarsi dal messaggio a senso unico suggerito da altri.

Il valore informativo e di condizionamento – ad esempio, di una foto, di un film – è un’altra grande potenzialità delle arti visive, essenziale in certi casi a capire fatti del mondo reale – si pensi ai telegiornali, al foto-giornalismo, ai reporter sans frontières, … Tuttavia, qui si inscrive anche la notevole fragilità delle immagini stesse: che di per sé evocano simboli, ma non hanno capacità di veridicità di per sé. Hanno bisogno di didascalie esplicative, collocazioni spazio-temporali, per informarci effettivamente. E siccome sono più che mai oggi falsificabili, questa potente fragilità esigerebbe la massima attenzione, una solida capacità critica ed educazione civica, intelligente sobrietà per evitare che senza vaglio critico, la menzogna o l’errore ci diano un’immagine distorta del mondo in cui viviamo.

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