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Cos’è Arte Sobria

Pillole d’Arte Sobria N°2

“ Bisogna spegnere l’eccesso per prevenire l’incendio”

EraclitoFrammenti

“Anche i territori dell’immaginario vanno soggetti a corruzione e degrado… l’arte, pur avendo diritto d’invocare ogni licenza poetica, non può farsi portatrice di corruzione. Non può scambiare la totale libertà di cui gode con il sopruso arbitrario, con il disprezzo per l’uomo e per le sue attività e con l’ostentazione di indifferenza verso tutto quel che succede nella sfera del costume e della vita sociale. L’arte non è un alibi.

L’arte subisce devastazioni e inquinamenti al pari dei fiumi … A monte di ogni degrado ambientale, che è ormai innegabile … vi è un inquinamento dei modi di pensare, riflettere e decidere… Ovunque subentrano modelli di comportamento, e anche di godimento, che sono totalmente simulati … consegue la necessità urgente di una ecologia dell’arte e dell’opera d’arte, … metafora e simbolo del nostro immaginario, della nostra fantasia e, in definitiva, della nostra libertà. “

Enrico Baj – Ecologia dell’arte, dal capitolo introduttivo, intitolato Istruzioni per l’uso, 1989 Rizzoli CDS

“Con ‘arte sobria’, primo concetto chiave che compare nel nome del sito, ho cercato di rendere una visione certo non nuova, delle arti visive, che riguarda principalmente (anche se non esclusivamente) disegno pittura scultura e fotografie (le arti dette “lente”, contrapposte in senso tecnico a cinema e audiovisivi, che sono le arti visive “veloci”).

Un’arte è sobria se deriva innanzitutto da un’esigenza interiore dell’individuo, dell’essere umano (posto che non è detto esistano con certezza soltanto arti umane, ma anche altre forme creative dei viventi e ora artificiali, robotiche). L’esigenza interiore è tutt’uno con il bisogno espressivo, e questo vale per qualsiasi arte autentica. Che un’arte sia autentica tuttavia non basta a definire “arte sobria”.

Un’arte sobria comporta secondo me qualche tipo di rapporto diretto, essenzialmente ‘manuale’, con la materia, da parte di chi abbia un’intuizione da esprimere e vi si cimenti: fare manualmente mettendosi in contatto e in gioco ‘anima e corpo’, l’uso di substrati materiali, ritengo sia la garanzia in qualche misura che l’arte sia curativa, di inquietudini, disagi, perfino tormenti o squilibri interiori; alcuni squilibri credo l’arte sobria possa guarirli, persino prevenirli. L’arte medica e la psichiatria sottovalutano sin troppo questo aspetto documentato, e fuori dall’Italia meglio studiato, delle arti visive e delle arti in genere. Tenerlo presente restituisce a chi si interessi all’arte una sobrietà del fare arte che è troppo spesso trascurata – o perfino decisamente negata, il che sminuisce inutilmente le possibilità, il valore intrinseco dell’arte per gli esseri umani.

In terzo luogo: un’arte che sia sobria non è di solito interessata tanto alle accademie o alle ‘scuole’ nel senso convenzionale del termine, quanto piuttosto a capire come e quando si sciolgano i “nodi interiori” degli esseri umani; è interessata alla libertà e fantasia ed alla sperimentazione continua (cfr E Baj) di individui e gruppi, e a imparare dalla riflessione sul fare, che ogni ricerca artistica consente, che cosa faccia dell’opera d’arte allo stesso tempo un oggetto e un vettore simbolico, un risultato e un’esperienza irripetibile unica, sia essa frutto di lavoro personale o di gruppo.

Si noti che ad esempio un giardino può essere considerato anche una scultura/un’architettura, una realtà tridimensionale frutto di lavoro creativo, una forma risultante dal lavoro di gruppo tra un artista / un giardiniere e molte piante; e che in un futuro già forse in atto qualcosa di simile a giardini, a sculture, meno facilmente definibili realtà, possa derivare da nuove interazioni tra umani, altri viventi e intelligenze artificiali – IA ovvero invenzioni capaci di apprendere.

Nuove forme d’arte sono certamente in arrivo, il che non esclude che si possano inventare forme nove semplicemente in modi antichi, con un foglio e una matita (che erano gli strumenti ritenuti necessari e sufficienti a far arte per Michelangelo Buonarroti, e che possono risultare molto validi tutt’ora).

L’aspetto sperimentale, non convenzionale e anti-accademico dell’arte consente al singolo essere umano di trovare con pochi mezzi, un legame forte tra l’arte sobria e la cosiddetta art brut – che è parte essenziale alla comprensione dell’arte terapia e all’ecologia dell’arte: il libro da cui la citazione iniziale di Enrico Baj, che all’art brut ha dedicato intelligenti riflessioni.

Infine, un’arte sobria condivide “l’orrore dell’arte”. E’ lampante a cosa si riferisca con “orrore” il breve libro-intervista di Baj con Paul Virilio (Discorso sull’orrore dell’arte, Edizioni Eleutera, 2002): il motivo dell’ orrore è il sistema mercato dell’arte contemporaneo.

In altre parole, un’arte sobria non è interessata a non ama la mercificazione, le speculazioni demenziali, le mode e gli eventi artististici di successo costruiti a tavolino, il cui valore culturale non sia legato a passione e riflessione – un’arte sobria non è amica di questi criteri di superficialità e affarismo, provati come quelli vincenti in campo artistico da almeno un secolo, e deterioratisi nel corso del XX secolo, prima in occidente e ormai globalmente.

Nonostante in campo artistico domini da decenni la speculazione interessata prima di tutto allo scambio commerciale, ai calcoli di investimento, a molte falsificazioni, un’arte sobria ritiene che tutti questi fattori contribuiscano ad inquinare, allontanare la comprensione delle opere, a corrompere e a far decadere la cultura e – quel che è peggio a svilire l’essere umano e la sua creatività costitutiva.

Un’arte che voglia restare sobria, anche senza demonizzare in eccesso i mercanti d’arte e i falsari – o i mercanti e falsari di altro, aspira a un ri-guardo del tutto diverso da quello che si ottiene in uno scambio puramente commerciale. Un valore intrinseco salutare dell’arte, è oggi tutto da reinventare, riscoprire, riportare a misura d’uomo e di una diversa resilienza.

Queste poche righe fanno dell’arte sobria già, un poco, anche un’arte solidale (vedi); e di entrambe cose rare, fragili, che però ci ri-guardano.

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